Negli ultimi 40 anni si sono spostati di 6-10 gradi
Negli ultimi quattro decenni, i fiumi atmosferici, fenomeni meteorologici caratterizzati dal trasporto di enormi quantità di umidità dall’oceano verso la terra, hanno subito un cambiamento significativo.
Un nuovo studio condotto dall’Università della California, Santa Barbara, e pubblicato su Science Advances, dimostra che questi fiumi si stanno spostando progressivamente verso i poli, con un impatto potenzialmente devastante sugli ecosistemi globali e sulle risorse idriche.
I fiumi atmosferici sono flussi concentrati di vapore acqueo che si formano nei tropici e si spostano verso altre latitudini, portando piogge abbondanti e talvolta eccessive. Essi non solo sono cruciali per le regioni che dipendono dalle loro precipitazioni, ma la loro alterazione potrebbe intensificare condizioni di siccità in alcune aree e aumentare il rischio di inondazioni in altre. Le coste occidentali e sudorientali degli Stati Uniti, così come parti dell’Europa, del Sud America e dell’Asia, dipendono in modo critico da queste strutture meteorologiche per l’approvvigionamento idrico.
Lo studio evidenzia che i fiumi atmosferici si sono spostati di circa 6-10 gradi verso i poli negli ultimi 40 anni, una tendenza alimentata in parte dalle oscillazioni della temperatura superficiale del Pacifico tropicale. In particolare, condizioni di La Niña, che causano il raffreddamento delle acque del Pacifico orientale, spingono i fiumi atmosferici a migrare verso latitudini più elevate, aggravando la siccità nelle aree subtropicali e aumentando il rischio di eventi estremi come inondazioni e frane in regioni più settentrionali.
Il ruolo della corrente a getto nell’innescare questi spostamenti non è trascurabile. La corrente a getto, un flusso d’aria rapido e instabile che circonda il pianeta, è in grado di deformare il percorso dei fiumi atmosferici, costringendoli a curvare verso i poli in modi imprevedibili. Inoltre, le condizioni atmosferiche locali, come i vortici di alta pressione, influenzano ulteriormente i modelli di movimento di questi sistemi, contribuendo a una distribuzione sempre più disomogenea delle precipitazioni.
Il fenomeno rappresenta una minaccia diretta per le comunità che dipendono da queste fonti di umidità. Regioni come la California e il Brasile meridionale, dove i fiumi atmosferici sono una risorsa fondamentale per il rifornimento idrico e agricolo, sono ora esposte a siccità prolungate. D’altro canto, regioni più a nord, come il Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti e l’Europa settentrionale, potrebbero assistere a precipitazioni molto più abbondanti, con un maggiore rischio di inondazioni e disastri idrogeologici.
Il riscaldamento globale, indotto dalle attività umane, contribuisce inoltre ad aumentare la capacità dell’atmosfera di trattenere umidità, rendendo i fiumi atmosferici più intensi e frequenti. Tuttavia, l’incertezza derivante dalle oscillazioni naturali del Pacifico, come i cicli El Niño e La Niña, rende difficile prevedere con precisione l’evoluzione futura di questo fenomeno.
Nel complesso, comprendere meglio i cambiamenti nei fiumi atmosferici è cruciale per gestire le risorse idriche e prepararsi agli eventi meteorologici estremi. Le comunità devono adattarsi a un clima che si modifica rapidamente, pena il rischio di disastri naturali e gravi crisi idriche.