• 9 Maggio 2024 10:19

Santa Margherita e la torre campanaria guelfa

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Santa Margherita

Marassi e Quezzi, guelfi e ghibellini, torri di avvistamento e campanili: storia di un’antica rivalità; nel ‘300 ci furono scontri fra gli abitanti di Quezzi e Marassi, ghibellini gli uni e guelfi gli altri.

Forse non tutti sanno che i quartieri genovesi di Marassi e Quezzi, entrambi nella zona della Val Bisagno, erano anticamente divisi da un’aspra rivalità. Tanto che nel ‘300 non mancarono neppure gli scontri.

Marassi, chiamato “Borgo Superiore di Bisagno”, era formato da case sparse intorno alla chiesa di Santa Margherita nell’attuale Piazza Rosmini, edificio religioso dalla storia particolare: dopo essere passata sotto la gestione di diversi ordini religiosi, dai Frati Minori ai Carmelitani, arrivò nel ‘600 ai Padri Minimi. Questi ampliarono la chiesa e il convento, con l’aggiunta anche di un nuovo campanile.

Ma quest’ultimo venne realizzato in maniera decisamente particolare: fu costruito infatti utilizzando un’antica torre di avvistamento guelfa. Il capo di quella fazione, Di Negro, vi si riparò nel 1322 durante la lotta con i ghibellini che, per contro, si erano rinchiusi nel campanile della chiesa della Natività di Maria Santissima di Quezzi.

Da questo dettaglio, si risale alla storia, e al fatto che nel ‘300 ci furono scontri fra gli abitanti di Quezzi e Marassi, divisi da un’aspra rivalità, ghibellini gli uni e guelfi gli altri.

Le origini dei nomi guelfi e ghibellini, come sappiamo, risalgono alla lotta per la corona imperiale dopo la morte dell’imperatore Enrico V (1125) tra le casate di Baviera e Sassonia contrapposte a quella della Svevia. I guelfi, da “welfen” (Casato dei Welfen) erano i sostenitori dei bavaresi e dei sassoni, e storicamente vennero associati a chi sosteneva il papa.

I ghibellini, da “waiblingen”, erano invece i sostenitori dei signori svevi del castello Waiblingen. Successivamente fu la casata ghibellina ad acquisire la corona imperiale (e dunque i ghibellini erano coloro che sostenevano l’imperatore) e con Federico Barbarossa cercò di consolidare il potere in Italia.

Da qui il termine “guelfi” e “ghibellini” andò a indicare, anche negli anni successivi e soprattutto in Toscana, ma non solo, chi sosteneva il papa e chi l’imperatore, con una serie di lotte tra fazioni per ottenere il controllo dei territori e potere politico.